The new World Heritage Map Platform

Il patrimonio culturale è una risorsa di valore inestimabile per il territorio e per le comunità che vi abitano. Ma è sempre più vulnerabile e esposto agli impatti del cambiamento climatico e dell’urbanizzazione.
Secondo il documento “Managing Disaster Risks for World Heritage” pubblicato nel 2011 dall’UNESCO e da ICCROM, ICOMOS e IUCN:
“ Mentre il patrimonio culturale non viene solitamente preso in considerazione nella statistica globale sui rischi di catastrofe, i beni culturali e naturali sono sempre colpiti da eventi sempre meno “naturali” nella loro dinamica, se non nella loro causa. La progressiva perdita di questi beni a causa di inondazioni, frane, incendi, terremoti, disordini civili e altri rischi è diventata una grande preoccupazione, anche a causa del ruolo significativo che il patrimonio svolge nel contribuire alla coesione sociale e allo sviluppo sostenibile, soprattutto in tempi di crisi. fatica”

Se si analizzano i dati sul numero di eventi disastrosi nel mondo (da “The human cost of disasters: an overview of the last 20 years (2000-2019)”), quest’ultimi sono raddoppiati: da 4.212 nel periodo 1989-1999 a 7348 nel periodo 2000-2019. Di fronte a questi numeri, il “Patrimonio Mondiale” introdotto formalmente dall’UNESCO nella Convenzione di Parigi del 1972, non è più solo un concetto astratto ma diventa un bene da salvare.

In quest’ambito, la Fondazione LINKS ha iniziato a lavorare con le Amministrazioni interessate a predisporre candidature ai diversi programmi promossi dell’UNESCO, supportando tecnicamente e amministrativamente nella redazione dei documenti e dei materiali necessari per la candidatura. E come Ithaca, affianchiamo la Fondazione fornendo servizi tecnici di cartografia. La più recente candidatura al quale abbiamo lavorato è stata quella del centro storico della città di Odesa (Ucraina) che è stata inserita nella List of World Heritage in Danger dell’UNESCO.

Ma abbiamo fatto qualcosa di più: abbiamo contribuito all’implementazione della prima World Heritage Online Map Platform (WHOMP), sviluppata dall’UNESCO.

La piattaforma è stata lanciata nel mese di settembre e si può considerare come il primo progetto pilota per la realizzazione di un database geografico molto più ampio e integrato sul Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

La piattaforma si propone come uno strumento online, aperto a tutti, per il monitoraggio di dati e informazioni geospaziali dei siti inseriti nelle liste World Heritage e che consente di eseguire operazioni cartografiche di base e fornisce agli utenti una serie di strumenti e funzionalità utili, come misurazioni di area e distanza, annotazioni e disegni, importazione di shapefiles, esportazione di carte altamente personalizzate, finestre pop-up contenenti informazioni di base sui siti del patrimonio mondiale, ecc. Per ogni sito, è possibile visualizzare i suoi confini georeferenziati e le sue “buffer zone”, ossia le aree di rispetto che circondano il sito, sviluppata per fornire un ulteriore livello di tutela.

L’obiettivo principale della WHOMP è di facilitare la comprensione dei confini dei siti UNESCO consentendo così una migliore e più tempestiva identificazione dei potenziali impatti sul loro “Outstanding Universal Value” e aiutando gli Stati aderenti nel migliorare il monitoraggio dello stato di conservazione delle proprietà sul loro territorio. Questo progetto rappresenta anche un contributo diretto all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, in particolare all’obiettivo 11.4 “Rafforzare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale mondiale”.

Gli Stati aderenti alla Convenzione UNESCO sono invitati a presentare le carte georeferenziate dei loro siti, il World Heritage Centre ne verifica la conformitĂ  con le carte adottate dal World Heritage Committee e se non si individuano difformitĂ , sono integrati nella piattaforma.

Il nostro team “Maps and Cartographic Representation” ha supportato i soggetti coinvolti (Ministero della Cultura, Regioni, Comuni, Enti gestori) nella gestione dei siti italiani UNESCO, insieme alla Fondazione LINKS. In particolare, il nostro lavoro si è inizialmente concentrato nella raccolta dei file vettoriali georiferiti (shapefile) esistenti, valutando e scegliendo la versione più aggiornata. Abbiamo inoltre reperito altre informazioni geografiche utili dai geoportali degli Enti gestori per realizzare il pacchetto completo dei dati GIS (ed eventualmente anche il layout dove richiesto) e infine ci siamo confrontati con loro per correggere e validare i perimetri georiferiti da noi prodotti. Gli stessi Enti si sono poi occupati di inviarli al Ministero dei Beni Culturali per la sottomissione all’UNESCO.

I siti sui quali abbiamo lavorato e che sono giĂ  stati integrati nella WHOMP sono 13, nel dettaglio:

  • 9 siti in Lombardia: Chiesa e Convento domenicano di S. Maria delle Grazie con l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, Crespi d’Adda, Sacri monti del Piemonte e della Lombardia, Mantova e Sabbioneta, Ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina, Monte San Giorgio, Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.), Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino e Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: stato da mare – stato da terra
  • Paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato in Piemonte
  • Trulli di Alberobello
  • Portici di Bologna
  • Area archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia

Consulta la lista completa dei siti UNESCO italiani.

Our commitment to inclusion

L’uguaglianza di genere deve diventare una realtĂ  vissuta

Dal 2021, l’Unione Europea ha introdotto l’obbligatorietà del Gender Equality Plan (GEP) per gli enti e le imprese che intendono accedere ai finanziamenti europei.

Nell’intenzione dell’UE, il GEP non è un libro dei sogni ma la formalizzazione di una procedura di lavoro adottata dai vertici e integrata nell’organizzazione delle attività. Citando testualmente la Commissione Europea:

“Il GEP è una serie di impegni e azioni volte a promuovere la parità di genere in un’organizzazione, attraverso un cambiamento istituzionale e culturale”

Si tratta di un forte segnale di svolta, in linea con l’obiettivo n. 5 “Parità di genere” dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Anche noi abbiamo adottato il GEP.

Lo abbiamo formalizzato quest’anno con un percorso di lavoro interno coordinato da un team dedicato e trasversale a tutte le aree aziendali e allineandoci alle strategie già adottate in materia dalla Compagnia di San Paolo, dal Politecnico di Torino e dal nostro socio Fondazione Links.

Abbiamo analizzato la nostra situazione interna e in termini numerici, il nostro team è così composto: 56% uomini e 44% donne. Siamo un’azienda “giovane” con un età media che si attesta sui 35 anni e anche poliglotta (5 lingue straniere parlate: italiano, inglese, francese, spagnolo e turco).

Ma non basta: grazie al GEP, ci impegneremo a creare un ambiente di lavoro inclusivo introducendo nuove procedure che potranno essere monitorate con un approccio partecipativo.

Il piano verrĂ  infatti implementato secondo una procedura che prevede 4 fasi:

  1. Audit: raccolta dati separati per genere, individuazione dei problemi, carrellata della legislazione esistente e delle risorse disponibili;
  2. Planning: definizione degli obiettivi e delle azioni e policies (con relative tempistiche) per la loro realizzazione;
  3. Implementation: implementazione delle attività, che devono includere formazioni, azioni di capacity-building, nonché campagne per aumentare la visibilità del GEP all’interno e all’esterno dell’organizzazione;
  4. Monitoring: revisione dei risultati ottenuti, raccolta feedback, processo di apprendimento necessario per correggere/riformulare il GEP per il ciclo successivo.
  5. Nella prima edizione del piano abbiamo individuato 4 aree tematiche di intervento:
    1. Work – Life Balance and Organizational Culture
    2. Gender Balance in Leadership and Decision-making
    3. Gender Equality in Recruitment and Career Progression
    4. Measure against Gender-Based Violence, including Sexual Harassment.

    Nell’arco dell’orizzonte temporale del piano (2023-2026), ci impegneremo organizzando momenti interni di confronto e divulgazione sui temi della gender equality, coinvolgeremo il team con workshop interattivi formativi e attueremo nuove procedure interne, legate anche al welfare aziendale, per rendere il GEP una realtà concreta all’interno della nostra azienda.

    In ottica di totale trasparenza, aggiorneremo lo stato di implementazione del nostro piano qui sul sito e sui nostri canali social.

    Scarica il nostro primo Gender Equality Plan 2023-2026.