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Emergency

L'eruzione di Tonga

Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 2022 (ora italiana) una potente esplosione scuote il regno di Tonga e l’intero oceano Pacifico. Il vulcano dell’isola di Hunga Tonga-Hunga Ha’apai ha improvvisamente eruttato, con una forza equivalente ad una bomba da 10 megatoni. Nel giro di pochi istanti, le piccole isole dell’arcipelago sono interamente isolate dal resto del mondo: niente internet, niente linee telefoniche. Senza collegamenti con l’esterno è praticamente impossibile capire cosa sia successo. La colonna di fumo, che raggiungerà i 35km di altezza nell’atmosfera, viene immediatamente registrata dai satelliti meteorologici americani e giapponesi, da cui parte l’allarme.

Dove

Arcipelago di Tonga

Clienti

European Commission

Numbers

0

Mappe di dettaglio

0 k

Stima popolazione colpita

0 k

Edifici colpiti

L’importanza di agire subito

In poco tempo il nostro team si mette subito al lavoro, attivato dal sistema europeo Copernicus, con lo scopo di quantificare – attraverso una prima stima – i danni di un simile evento catastrofico. Appena sono disponibili, la nostra squadra elabora le prima immagini satellitari ad alta risoluzione dei centri abitati. Nello spazio di poche ore dall’acquisizione viene resa disponibile una mappa dettagliata per le principali isole coinvolte, prima ancora che qualsiasi altra ricognizione aerea o marittima possa esser stata compiuta sul luogo dell’evento.

Aiutare là dove serve

La raccolta e la classificazione di questi dati ha permesso un efficace coordinamento della prima rete di soccorsi, destinata ad aiutare più di 80 mila persone: quella più urgente, che ha affrontato le primissime avversità causate dallo Tsunami e dal deposito di ceneri vulcaniche. Da questo punto di vista le necessità più imminenti a cui far fronte si potevano ricondurre alla carenza d’acqua (contaminata dalle ceneri) e alla rimozione delle ceneri stese sulla pista dell’aeroporto, per permettere il decollo e l’atterraggio dei primi mezzi di soccorso.

Photo Credits
Immagini satellitari: Himawari 8 (15/01/2022): NOAA – National Oceanic and Atmospheric Administration e JMA – Japanese Meteorological Agency.
Immagini aeree: NZDF – The New Zealand Defence Force.

Il nostro lavoro

La nostra squadra ha prodotto due mappe di “overview” – ovvero che illustrano il quadro generale – e 18 mappe in dettaglio delle aree più colpite. Un lavoro che ha richiesto il meglio dell’expertise e delle risorse, il coinvolgimento dell’intera squadra e turni non-stop sulle ventiquattr’ore, fornendo uno strumento indispensabile ai servizi di protezione civile e assistenza alle popolazioni colpite, riuscendo ad arrivare – grazie all’elaborazione dei dati raccolti dai satelliti delle costellazioni a servizio del programma Copernicus – là dove diversamente sarebbe stato impossibile giungere così in fretta, con qualsiasi altro mezzo o strumento.

La rapidità e il tempismo nell’assistenza umanitaria dopo una catastrofe è ciò che più contribuisce al salvataggio di un maggiore numero di vite umane e – in questo caso – abbiamo dimostrato, sul campo, quanto questa affermazione sia estremamente attuale e reale.